Furti di barche: la cooperazione funziona, ritrovati 10 scafi in Montenegro
Una squadra d’investigazione internazionale sta combattendo il traffico di barche in Europa
Podgorica (Montenegro) – Un team di investigatori tedeschi, inglesi, americani e montenegrini hanno condotto due operazioni internazionali per il recupero di barche rubate. I risultati non sono ancora entusiasmanti, il totale del valore recuperato è di appena 1,2 milioni di euro di cui la sola barca a vela di una certa dimensione, un grande Hanse rubato in Italia, ha un valore di 500.000 euro, ma la strada della cooperazione internazionale è quella giusta.
Negli ultimi anni i furti di barche sono aumentati molto. Gli scafi rubati in molti casi sono utilizzati per trasportare migranti dalle coste della Siria in Grecia e Turchia, o da quelle del Nord Africa in Italia, ma in altri casi, come accaduto per l’Hanse rubato in Italia che era stato reimmatricolato negli Stati Uniti, i malviventi, costituiti in vere organizzazioni criminali piuttosto complesse, avevano lavorato sul numero di serie dello scafo e del motore e lo avevano reimmatricolato negli Stati Uniti.
Molti di questi furti sono su commissione, ci sono dei broker in diversi paesi del mondo che vendono barche di lusso e poi le ordinano ai ladri che le trovano, le rubano, le reimmatricolano e le consegnano al broker che le rivende con guadagni elevatissimi sia per lui che per i ladri.
Le principali vittime dei furti sono le società di charter. I ladri si fingono charteristi, noleggiano la barca per un week end, escono dal porto e spariscono. La società di charter si accorgerà del furto solo a fine week end. Nel caso in cui la società di charter abbia attrezzato la barca con un trasponder i ladri lo disinstallano e lo monteranno su piccole barchette che ancorano in rada, in modo che la società noleggiatrice pensa che la barca sia ferma in rada. Quando scatta l’allarme, la barca è ormai chissà dove.