Preparare un buon ormeggio
A bordo, in crociera, spesso lo skipper è l’unico a sapere cosa bisogna fare in fase di ormeggio. La manovra in queste condizioni dipende da come la si prepara. Non c’è cosa più umiliante per uno skipper che sbagliare la manovra di ormeggio dentro un porto pieno di persone che osservano dalla banchina.
Molto spesso una manovra sbagliata non dipende da come ci si è posizionati davanti al posto barca, dalla velocità che si è tenuta o dal calcolo dello scarroccio che si è fatto a mente, ma da come la si è preparata. Una barca che arriva all’ormeggio senza parabordi, con l’equipaggio non pronto al lancio delle cime, mette in evidenza l’impreparazione dello skipper a gestire la situazione. Inutile dare la colpa all’amico di turno che non ha preso i parabordi, la colpa è sempre e solo dello skipper.
Conoscere la manovra.
Per fare una buona manovra in porto, innanzitutto bisogna conoscerne gli schemi, sapere nel particolare come questa funziona.
La manovra si compone di due fasi distinte: preparazione e esecuzione. Entrambe sono fondamentali. Queste due fasi implicano l’assolvimento da parte dei membri dell’equipaggio e dello skipper di una serie di funzioni, vediamo quali:
a) uomo a prua – l’uomo a prua ha il compito di traguardare il posto barca e di recuperare il corpo morto o, in alternativa, dare ancora
b) addetto ai parabordi e tender – questo, o questi, avranno il compito di fissare i parabordi nei punti giusti della battagliola e controllare il tender
c) addetti alle cime di poppa – loro dovranno preparare le cime di poppa e lanciarle al momento giusto nel modo giusto.
Questo è lo schema ideale, ma per metterlo in pratica serve un equipaggio numeroso e ben preparato, cosa che difficilmente, lo skipper che va in crociera con gli amici o con la famiglia, avrà a disposizione, e quindi dovrà supplire a tale mancanza organizzandosi.
Alcune figure si possono accorpare a condizione che tutto sia fatto con molto anticipo. Degli addetti ai parabordi si può fare a meno, ma prima di entrare in porto, bisognerà provvedere a posizionare i parabordi nel modo corretto e portare il tender, se questo è in acqua, a prua, o riporlo sulla tuga.
Si può rinunciare anche agli addetti alle cime di ormeggio. Le cime saranno addugliate e preparate al lancio prima di entrare in porto. Una volta pronte
saranno adagiate sulla battagliola o sul bordo barca, da dove sarà facile per lo skipper prenderla e lanciarla.
La figura alla quale è più difficile rinunciare, è l’uomo a prua. Si può fare, ma quando lo si fa significa che a bordo si è soli e la manovra presenterà tutto un altro tipo di problematiche.
Prepariamo la barca
Vediamo punto per punto come preparare la barca affinché si possa ormeggiare in tranquillità anche con equipaggio molto ridotto. La prima cosa da fare è mettere le scarpe. Correre sul ponte senza scarpe potrebbe significare farsi male nel momento meno opportuno.
Parabordi - Se il mare lo consente, ci si fermerà a qualche centinaio di metri dal porto e si comincerà a preparare la manovra. La prima cosa da fare è sistemare i parabordi. Questi vanno collocati nella parte più larga della barca, inutile mettere un parabordo all’altezza del gavone delle ancore, questo non lavorerà mai.
I parabordi si mettono partendo da centro barca, quindi, se ne metterà uno al centro, in corrispondenza del baglio massimo e poi uno a poppavia e uno a pruavia di questo, se si dispone di più di tre parabordi per lato, un ultimo verrà messo a poppa, specialmente se la barca è un modello con la poppa molto larga.
Bisogna regolare anche l’altezza del parabordo: un parabordo troppo basso struscia in acqua e non lavora, un parabordo troppo alto tenderà, schiacciato tra le due barche, a scivolare verso l’alto e lasciare indifeso il suo posto. Il parabordo deve
coprire verticalmente il centro della murata e non deve mai superare la falchetta.
Cime – Una volta preparati i parabordi, bisognerà pensare alle cime. Si prendono le due cime d’ormeggio di poppa, trascurando eventuali spring che si potranno mettere con comodo quando si sarà in banchina. Le cime vanno preparate. Prepararle significa addugliarle per bene e separarle in due
matasse, una rimarrà in barca e l’altra, costituita da tre giri di cima, verrà lanciata in banchina. Avere le cime pronte e ben addugliate è l’unico modo per non farle cadere in acqua quando vengono lanciate. Una volta che queste sono state preparate, bisogna trovare il modo di adagiarle da qualche parte a poppa in modo che si possano raggiungere facilmente e lanciarle.
Il tender – Nel prepararsi salla manovra è importante ricordare che questo è in acqua e se, lo si lascia attaccato alla poppa in fase di manovra, si rischia che la cima che lo collega alla barca venga risucchiata dall’elica. Il tender andrà legato a mezza nave o a prua. La cima che lo tiene alla barca dovrà essere sufficientemente lunga da lasciargli la possibilità di girarsi per assecondare i movimenti della barca.
I complementi – Una volta sistemati parabordi e cime, si dovrà pensare a preparare il mezzo marinaio per agguantare il corpo morto, questo va disposto in un luogo facile da raggiungere da mezza nave. Il mezzo marinaio serve se il marina in cui si sta entrando è provvisto di corpo morto, in
caso contrario, bisognerà provvedere a preparare l’ancora.
Stesso dicasi della plancetta. Se
questa esiste, va aperta per liberare il passaggio e per fare da trampolino di salto in banchina. Certamente bisognerà tenere conto della sua estensione quando si va in retromarcia.
Ancora – Nel caso in cui l’ormeggio richieda
l’utilizzo dell’ancora, bisognerà aprire il gavone e assicurare il coperchio alla battagliola. Si liberera' l’ancora dallo stroppo di sicurezza e si spingerà questa leggermente avanti in modo che una volta
in porto, sia pronta a scendere in acqua. Si deve fare attenzione a non lasciare l’ancora penzoloni, questa dovrà sempre essere adagiata sul musone.
Specialmente con le barche più moderne, dove gli slanci sono assenti, un’ancora a penzoloni sbatte contro il dritto di prua rovinandolo.
Pianificare la manovra
La barca è pronta per entrare in porto e fare la manovra. I parabordi sono posizionati, le cime sono pronte, l’ancora è armata e pronta all’uso e l’equipaggio ha messo le scarpe. Con la barca così preparata in due si potrà fare una manovra perfetta a condizione che ognuno sappia cosa fare.
Sarà quindi compito dello skipper istruire l’uomo di prua sui suoi compiti.
Se nel marina dove si sta entrando c’è il copro morto, le istruzioni da fornire al proprio secondo, sempre che questi non abbia già esperienza in materia, sono semplici.
Entrati nell’ormeggio, quando l’ormeggiatore alza la cima del corpo morto per porgerla a chi è sulla barca, la si agguanta con il mezzo marinaio e la si porta a prua. Qui si cazza il corpo morto sino a quando la cima non è in linea, senza però metterla in tiro. A quel punto si passa la cima sotto la galloc-
cia e la si tiene ferma per dare il tempo a chi è a poppa di lanciare le cime di poppa e assicurarle a terra e in barca. Al comando dello skipper, l’uomo di prua cazzerà a dovere il corpo morto e, se non è capace di fare il nodo di galloccia, bloccherà la cima su di questa e aspetterà l’intervento dello
skipper che a quel punto sarà libero di muoversi.
Non sono operazioni difficili, ma lo skipper le deve spiegare bene prima di iniziare la manovra, l’uomo di prua deve sapere cosa succederà, altrimenti, lo skipper, rischia che questi rimanga imbambolato con il corpo morto in mano senza sapere cosa fare,
perdendo così il controllo della manovra.
Se l’ormeggio è con l’ancora, il discorso si fa più complesso. L’uomo di prua che lavora male all’ancora rischia di rovinare tutta la manovra, quindi bisogna istruirlo bene sui punti fondamentali.
E’ importante spiegare, dopo aver illustrato il
funzionamento del musichiere, che:
a) l’ancora scende in acqua quando lo dice lo skipper
b) una volta iniziata la discesa questa continua senza interruzioni e per nessun motivo la catena deve andare in tiro durante la manovra.
Il rischio, dando queste istruzioni, è di ritrovarsi in banchina con troppi metri di catena in acqua, ma sempre meglio, comunque, di dovere rifare tutto dall’inizio a causa della catena in tiro. Così preparata la manovra risulterà più semplice da eseguire anche se il fatto di non avere un aiuto esperto, porterà qualche difficoltà. Durante la manovra bisognerà ragionare per due: per il proprio ruolo di skipper e per quello che potrebbe fare l’uomo a prua.
E’ molto importante comunicare con l’uomo a prua con voce calma, senza agitazione. Un ordine urlato innervosisce chi non lo sa eseguire e gli impedisce di aiutarci anche per quello che sa fare.
Nel fare la manovra si ricordi che, più è bassa la velocità della barca, meno sono le possibilità di errore. Con vento sostenuto, purtroppo, la velocità deve essere più alta e la manovra più precisa. In questo caso si deve usare qualche trucco aggiuntivo. Se si entra tra due barche, una volta dentro, si lasci scarrocciare la propria barca su quella che si trova sottovento. Così facendo ci si addosserà a questa lentamente e una volta fermi, si potranno sistemare le cime di poppa e quelle di prua.
Durante la manovra, le persone a bordo che non prendono parte al lavoro, dovrebbero stare sedute in pozzetto in modo da non intralciare né la visuale, né i movimenti di chi sta manovrando e, sopratutto, dovrebbero evitare di dare consigli a chi sta lavorando.